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Fahrenheit-182. L’autobiografia del cantante, bassista e fondatore dei BLINK-182

Il mondo del punk, dello skateboard e di MTV. L’infanzia tormentata, la musica e il successo planetario e poi i disturbi di ansia, la lotta contro il cancro, la rinascita. In un memoir attesissimo, scritto con il cuore e con tagliente ironia, il fondatore e bassista dei blink-182 si mette a nudo come non aveva mai fatto. 

Questa è la storia di un ragazzo assolutamente normale che si ritrova rockstar. Il bambino sballottato tra le case dei genitori dopo il loro divorzio burrascoso diventa un adolescente che si ribella a suon di musica e skateboard, poi uno studente che molla l’università, incontra la propria anima gemella musicale... e in un garage fonda una band destinata a infrangere tutti i record. Tra la fine degli anni Novanta e i primi Duemila, i blink-182 passano da suonare in locali nonimi a riempire gli stadi, vendono oltre cinquanta milioni di dischi, fanno diventare mainstream il pop-punk e diventano gli idoli di un’intera generazione. Ma il successo è solo una faccia della medaglia. Il rovescio porta con sé l’ansia, i contrasti con i compagni di band – e di vita – e la depressione. Mark Hoppus racconta con umorismo e una sincerità disarmante cosa c’è dietro le luci della ribalta: le follie dei tour, le rotture (al plurale) dei blink-182, la storia d’amore con sua moglie, la nascita del figlio e la recente, durissima, lotta contro il cancro. Un memoir estremamente intimo e onesto, che riesce a far ridere e commuovere, e che allo stesso tempo è la voce di una generazione.

«AL DI LÀ DELL’ESSERE UN BUON MARITO E UN BUON PADRE,TUTTO CIÒ PER CUI MI PIACEREBBE ESSERE RICORDATO È CHE SONO MARK DEI BLINK-182».